Lo scopo della manutenzione è garantire che le immobilizzazioni forniscano la capacità funzionale richiesta dal loro proprietario, preferibilmente allo stesso livello esistente al momento dell’installazione o dell’acquisto.
Se la capacità funzionale è scesa al di sotto di quel livello, si è in presenza di un arretrato di manutenzione. Questo concetto può essere chiarito con un semplice esempio: se si è acquistata una pompa per erogare una portata di 10 m3 l’ora a 5 bar, ma ora la pompa può raggiungere una portata di appena 8 m3 l’ora a 4 bar, si è in presenza di un arretrato di manutenzione.
Questo arretrato diventa critico quando ha un impatto sulla produttività complessiva dell’impianto. Se la pompa dell’esempio alimenta un vaso di espansione che, a sua volta, alimenta un processo che richiede una portata di 7 m3/ora, l’arretrato non è critico.
Se invece alimenta un sistema antincendio con una portata nominale di 9,5 m3/ora a una pressione di 4,5 bar, allora l’arretrato è critico.
Per affrontare l’arretrato di manutenzione occorre riportare l’asset alla sua condizione di base. Senza questa operazione di ripristino, l’applicazione di strumenti di miglioramento continuo (CI) risulterà inutile, perché è prima necessaria una correzione tecnica.