Tutte le attività umane hanno un impatto ambientale, ma determinarne la portata può risultare piuttosto complesso. Nel considerare ad esempio l'impatto ambientale dell'IA - intelligenza artificiale, potremmo pensare all'energia richiesta per costruire l'elettronica che compone una server farm. Potremmo anche riflettere su quanto siano rispettose dell'ambiente le attività di estrazione degli elementi utilizzati per realizzare i componenti elettronici. E che dire dell'addestramento di un sistema di IA?
Nel 2019 il MIT Technology Review ha pubblicato uno studio secondo il quale l'addestramento di una cosiddetta IA standard, che utilizza una singola scheda grafica ad alte prestazioni, produrrebbe le stesse emissioni di anidride carbonica di un volo attraverso gli Stati Uniti. Per addestrare un'IA sofisticata come un'applicazione di elaborazione del linguaggio naturale (NLP), le emissioni di anidride carbonica sono cinque volte maggiori dell'intero ciclo di vita di un'auto americana, compresa la sua produzione. Un impatto ambientale tutt'altro che trascurabile.
Quando si tratta di IoT: il fattore di impatto più ovvio è la sua vasta scala. A seconda delle stime che si vogliono prendere in considerazione, alla fine del 2021 ci saranno tra i 31 e i 36 miliardi di dispositivi IoT in circolazione. Le proiezioni per il 2025 prevedono che si arriverà a circa 75 miliardi di dispositivi, che saliranno a 125 miliardi entro la fine del decennio. E ciò significa un bel mucchio di rifiuti.
Ci sono due questioni specifiche relative ai dispositivi "intelligenti" che aggravano il già enorme problema dei rifiuti elettronici. I produttori stanno aggiungendo semiconduttori a prodotti che prima non ne avevano bisogno, il che a sua volta sta riducendo la durata di questi dispositivi man mano che se ne aumenta la componente elettronica: ciò significa che i prodotti che prima potevano durare 15 anni, ora vengono sostituiti in meno di cinque anni.
È ormai un dato di fatto anche che molti piccoli dispositivi connessi come tracker, gioielli e wearable vengono considerati inutilizzabili una volta che la batteria si esaurisce. A quel punto, il consumatore non fa altro che buttarli via e comprarne altri.
Forse tutto questo potrebbe anche non essere così preoccupante, se non fosse che, come già sottolineato in un articolo su Design Spark, le quantità di rifiuti elettronici sono già considerevoli. Con "considerevoli" si intende una stima di 57,4 milioni di tonnellate solo nel 2021 – più del peso della Grande Muraglia cinese, l'oggetto artificiale più pesante del mondo.