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      • Pubblicato il 20 lug 2023
      • Ultima modifica 29 ago 2023
    • 6 min

    Cos’è e come funziona un reostato e come usarlo

    Una guida completa al reostato per scoprire come funziona, quali sono i tipi di reostato utilizzati negli impianti e negli apparecchi e dove si installano i reostati. Su questa guida scoprirai, infine, la differenza con il potenziometro e come collegarlo.

    Cos’è e come funziona un reostato e come usarlo

    Un reostato si utilizza in molti dei casi in cui è necessario aumentare o diminuire la corrente elettrica che attraversa un circuito. Dagli elettrodomestici alle automobili, passando per il settore più strettamente industriale, i vari tipi di reostato sviluppati nell’elettrotecnica permettono una gestione puntuale dell’intensità di corrente.

    I reostati sono gli unici ad appartenere alla famiglia delle resistenze variabili e, come vedremo, appartengono alla stessa famiglia anche i potenziometri. Tuttavia, un potenziometro ha una caratteristica fondamentale che lo differenzia dal reostato. Ma prima, scopriamo il funzionamento del reostato, quali modelli sono disponibili e dove ciascuno di questi viene utilizzato.

    Significato di reostato: funzionamento e utilizzo

    Un reostato è un particolare tipo di resistore variabile che ha la capacità di regolare la resistenza offerta al passaggio della corrente. Una particolarità che ne permette l’utilizzo ovunque sia necessario regolare il valore dell’intensità di corrente nel circuito.

    Un reostato può essere costituito da più resistenze di diverso valore implementate nel circuito mediante un commutatore o viene costruito utilizzando un resistore rettilineo (ma anche circolare), sul quale si fa scorrere un corsoio di contatto. In quest’ultima configurazione, il corsoio scorrendo sul resistore permette di escluderne una parte, allo scopo di garantire la regolazione della resistenza e, di conseguenza, l’intensità della corrente.

    I reostati si dividono in due categorie principali:

    1. reostati a variazione discontinua o a salti;
    2. reostati a variazione continua.

    Per quanto riguarda il funzionamento di un reostato, essi usano due terminali: il primo si trova su una delle estremità del dispositivo, mentre il secondo terminale è collegato al cursore e viene detto contatto scorrevole.

    Un nucleo di ceramica isolante garantisce l’isolamento del primo collegamento (filo resistivo), mentre il secondo collegamento è connesso al cursore e scorre sugli avvolgimenti per variare la resistenza. Il terzo terminale, spesso presente sui reostati, non viene utilizzato, se non quando vogliamo trasformarlo in un potenziometro.

    Nella pratica, quando hai bisogno di aumentare la corrente che fluisce nel circuito agisci sul reostato per aumentarne la resistenza e viceversa.

    Uno degli utilizzi più semplici del reostato è come interruttore. Un reostato inserito nell’impianto in funzione di interruttore permette di variare resistenza e corrente. Lo possiamo notare nelle autovetture, ad esempio, dove in funzione di reostato d’illuminazione adatta l’intensità della luce del quadro comandi.

    RS - Reostato a filo avvolto Vishay

    Tipi di reostati disponibili in commercio

    Per scegliere il tipo di reostato adatto, dovrai tenere in considerazione il metodo costruttivo utilizzato, il valore di resistenza massima a cui può operare e la corrente che può sopportare.

    Per quanto riguarda la resistenza massima, essa è legata alla legge di Ohm secondo la quale: data una tensione, la corrente è inversamente proporzionale alla resistenza.

    In commercio puoi trovare reostati da 10 Ohm, 47 Ohm, 100 Ohm e così via.

    Ed ecco i principali tipi di reostati su cui puoi fare affidamento per realizzare i tuoi impianti e apparecchiature:

    • reostato a filo avvolto: usato in apparecchiature industriali e professionali per attutire i sovraccarichi ripetuti, gli impatti e le vibrazioni durante il funzionamento;
    • reostato a slitta a filo avvolto: particolarmente utile per l’uso su banco, è ideale nella ricerca e didattica universitaria e nei laboratori;
    • reostato lineare o a scorrimento: nella versione a filo avvolto è un potenziometro (reostato di potenza) utilizzato per controllare la velocità di un motore, per impostare in modo pratico la resistenza variabile nelle apparecchiature o come variatore di luminosità;
    • reostato rotante: si distingue per la presenza di un albero girevole che si occupa di regolare la resistenza, può essere di tipo lineare e a filo avvolto. Utile per controllare la potenza in applicazioni in parallelo dove è necessario aumentare la gamma di regolazione o la potenza nominale.

    Qualunque sia il tipo di reostato di cui hai bisogno, cercalo dal nostro vasto catalogo di reostati. Qui troverai reostati per il montaggio a pannello e a vite, nonché reostati da 200 Volt fino a 600 Volt.

    RS - Reostato a filo avvolto Arcol

    Differenza tra reostato e potenziometro

    La prima differenza sostanziale tra un reostato e un potenziometro è fisica. Mentre un reostato usa due terminali, un potenziometro ne usa tre. La seconda differenza la troviamo nel campo di applicazione. Mentre un reostato è indicato nella regolazione delle correnti, un potenziometro è utilizzato per regolare piccole tensioni o segnali.

    Tuttavia, nella pratica un reostato può essere convertito in potenziometro se sono disponibili tre collegamenti sul corpo del dispositivo: due contatti agli estremi del resistore più il contatto del corsoio. In questa configurazione il resistore può essere usato come partitore potenziometrico di tensione, per l’appunto come potenziometro.

    Ad ogni modo, esistono in commercio dispositivi appositamente progettati come potenziometri rotanti e a scorrimento per montaggio a pannello o boccola, che potrai facilmente applicare al tuo progetto.

    Come collegare un reostato e regolazione di tensione

    Vediamo come collegare un reostato per garantirne il corretto funzionamento. Un reostato va collegato al circuito in serie, poiché il suo scopo è quello di gestire il flusso di corrente che transita nel circuito.

    Quindi, se colleghiamo un reostato a cursore in parallelo esso non funzionerà.

    Quando vogliamo ottenere una regolazione di tensione mediante reostati collegati in parallelo, invece, significa che stiamo utilizzando questo dispositivo in funzione di potenziometro. La regola che spiega ciò è semplice: quando usiamo una resistenza variabile per dividere la tensione abbiamo un potenziometro.

    Riparazione di un reostato: come fare?

    Un reostato al suo interno è composto da una spirale su cui troviamo avvolto un filo (reostato a filo) o una bobina (reostato lineare). Quando si ha rottura del filo o danneggiamento della bobina nel reostato significa che esso è giunto al termine della vita tecnica.

    In questi casi la riparazione del reostato non si effettua, piuttosto si sostituisce con un nuovo reostato conforme alle specifiche per ristabilire il corretto funzionamento dell’apparecchio elettronico.

    Se a danneggiarsi non è stato il reostato in sé, ma un componente accessorio come una manopola, un selettore o il contatore degli avvolgimenti, potrai sostituirli facendo riferimento alla sezione degli accessori per reostati a disposizione sul nostro sito.

    Conclusione

    Riassumendo, il reostato è una resistenza variabile composta da uno o più resistori. Il suo compito è sfruttare la resistenza del resistore per variare la corrente che passa nel circuito.

    I reostati sono particolarmente utili nella gestione delle velocità dei motori e per proteggere gli apparecchi industriali dalle sovracorrenti. Il reostato a slitta, invece, è utilizzato in laboratori e università per scopi scientifici e di progettazione.

    Come abbiamo visto, la famiglia dei resistori variabili non si esaurisce con il reostato, anzi, continua con i potenziometri e i potenziometri trimmer. Per una panoramica completa sui resistori variabili visita il nostro catalogo che abbiamo completato con degli utili accessori.

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