Passiamo ora alle differenze tra termoresistenze e termistori. Le termoresistenze (resistance temperature detector, RTD) hanno il compito di monitorare le temperature degli ambienti o dei dispositivi come i termistori, ma alcune caratteristiche li rendono diversi.
Genericamente, possiamo affermare che i termistori sono idonei per un monitoraggio delle temperature basse e non superiori ai 300°C (utilizzando versioni con rivestimenti in materiale vetroso). Gli RTD sono indicati quando è necessario monitorare temperature elevate fino a 660°C.
Da un punto di vista tecnico, le termoresistenze presentano una variazione resistiva che vista sul grafico appare lineare. Invece, nei termoresistori, la variazione resistiva disegna una curva sul grafico. Inoltre, gli RTD dispongono di uno standard relativo al rapporto tra resistenza e curve di temperatura che, come abbiamo visto, i termistori non hanno.
Da un punto di vista applicativo, quindi, non è necessario fare una scelta tra termoresistenze e termistori. Dovrai, invece, valutare il contesto di applicazione e quale dei due fa maggiormente al caso tuo.
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Come testare un termistore
Vediamo ora come fare per testare un termistore presente su un dispositivo, allo scopo di comprendere se è ancora funzionante o meno.
Tutto ciò che ti serve è un multimetro professionale da impostare sulla misurazione della resistenza. Come per una normale resistenza, non è importante la polarità, mentre è importante che sul display venga indicato un numero diverso da “0” o dal simbolo dell’infinito (∞).
Se sul display ti appare un valore che indica la capacità resistiva del termistore, significa che il componente è funzionante. Quando la misurazione restituisce un valore 0 o infinito, il termistore non è più funzionante e va sostituito con una versione che rispetti le caratteristiche tecniche dell’originale.