Oltre a questa preliminare suddivisione, i motoriduttori più comuni sono generalmente di 3 tipi:
Motoriduttore a vite senza fine
I motoriduttore ad ingranaggi rappresentano la tipologia di motoriduttori più utilizzata in assoluto, soprattutto nei settori industriali, che necessitano di potenze elevate e sessioni di lavoro molto lungo ed intensive.
Proprio per questa caratteristica è molto utilizzato in tutte quelle applicazioni destinate a luoghi pubblici, come teatri, aeroporti, etc.
Si tratta di strumenti molto compatti che necessitano di spazi minimi e riescono ad assorbire anche urti di discreta entità, il che li rende perfetti per macchine di movimento.
Motoriduttore a vite senza fine
Il motoriduttore a vite senza fine presenta una ruota dentata cilindrica, i cui denti possono essere diritti o elicoidali. In questo tipo di motoriduttore l’elemento condotto ingrana, appunto, su una vite senza fine, rendendo tutto il processo molto silenzioso.
Questi motoriduttori si suddividono, a loro volta, in 3 sotto-categorie che trovano diverso impiego a seconda del lavoro più o meno gravoso che dovranno svolgere, dell’ingombro che producono e della possibilità o meno di avere più alberi in uscita:
Inoltre, dispone di un arresto molto veloce, motivo per il quale è anche utilizzato negli ascensori.
- Riduttori in linea o coassiali: con albero in uscita allo stesso livello dell'albero motore in entrata;
- Riduttori ad assi paralleli: sia l'albero motore che l'albero coppia sono posizionati esattamente nella stessa direzione, possibilità di avere assi d’uscita multipli per l’impiego in macchine complesse.
- Riduttori ad assi ortogonali: l'albero coppia è posizionato ortogonalmente rispetto all'albero motore in entrata. Sono comparabili ai precedenti ma hanno un ingombro ridotto.
Questi motoriduttori si suddividono, a loro volta, in 3 sotto-categorie che trovano diverso impiego a seconda del lavoro più o meno gravoso che dovranno svolgere, dell’ingombro che producono e della possibilità o meno di avere più alberi in uscita:
Motoriduttore planetario
Nonostante si tratti a tutti gli effetti di un motoriduttore ad ingranaggi, a causa delle sue particolarità e delle sue svariate sotto-tipologie, i motoriduttori planetari meritano uno spazio a parte.
Questo particolare tipo di motoriduttore nasce come specifica soluzione per le macchine semoventi, conquistando dagli anni ’80 in poi un’importanza via via maggiore per la capacità di produrre una trasmissione a coppie molto elevata.
Possiamo anche qui distinguere due tipi diversi di motoriduttori planetari:
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Motoriduttori epicicloidali a corona fissa: particolarmente indicati per l’utilizzo in settori industriali. In questo motoriduttore l’albero in entrata aziona tre ingranaggi, chiamati satelliti, i quali una volta attivati iniziano la propria rotazione intorno alla corona, un anello dentato fisso.
È dotato di satelliti montati su di una porta i quali ruotano ad una velocità ridotta rispetto a quella originariamente sprigionata dall’albero in entrata. In questo modo l’albero in uscita ruoterà anch’esso a velocità ridotta.
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Motoriduttori epicicloidali a corona rotante: molto utilizzati per macchinari semoventi, come macchine gommate o dotate di cingoli. Presentano una struttura molto simile ai precedenti motoriduttori a corona fissa da quali si differenziano per la natura della corona.
Questa viene infatti attivata dai satelliti e porta satelliti che, essendo stati attivati anche in questo caso dall’albero in entrata, mettono in rotazione la suddetta corona.
I motoriduttori planetari sono i più utilizzati grazie alla loro duttilità ed efficienza, il che li rende perfetti sia per la costruzione di impianti industriali, i quali devono sopportare lunghe e intensive sessioni di lavorative, sia per le macchine semoventi, poiché presentano un volume tutto sommato contenuto e una grande capacità di assorbire urti.
Se confrontiamo questa tecnologia con le altre più tradizionali che coprono gli stessi utilizzi, si noterà come i motoriduttori planetari, a parità di prestazioni, hanno costi, dimensioni e peso molto inferiori, il che ne spiega la grande diffusione.