Alla luce delle continue limitazioni agli acquisti indiretti di MRO nella PA, non è così sorprendente che un quinto dei partecipanti al sondaggio riferisca una razionalizzazione dei fornitori.
A livello mondiale, il numero medio di fornitori della PA è in genere inferiore a quello del settore privato; solo il 15% delle organizzazioni pubbliche supera la soglia dei 250. La maggior parte (37%) utilizza tra uno e dieci fornitori, a fronte di un 21% di aziende dei settori dell’energia e delle utility che ne utilizza più di 250.
Anche la collaborazione con i fornitori (tra quelli che rimangono sul mercato) tende ad aumentare in tutto il mondo. Oltre un terzo (34%) dei professionisti del procurement del settore pubblico ha dichiarato che la pandemia ha portato a una maggiore collaborazione con i fornitori, mentre il 33% ha optato per l’outsourcing completo degli acquisti di MRO.
Sebbene il 47% abbia dichiarato che l’invecchiamento degli asset rappresenti la difficoltà principale nella gestione degli acquisti MRO indiretti, una percentuale simile ha evidenziato il basso numero di persone che conoscono le best practice in questa categoria.
Il 43% delle persone intervistate ha dichiarato che la gestione del rispetto dei contratti rappresenta una sfida quotidiana, mentre un terzo considera problematico gestire gli stakeholder in una molteplicità di siti; a questo riguardo, vale la pena di osservare che nel 38% dei casi la gestione del procurement riguarda da una a cinque sedi operative.
Considerando che le organizzazioni della PA tendono ad avere svariati stakeholder e diverse sedi, il sondaggio fa pensare che, a livello globale, i responsabili del procurement stiano operando bene in questo contesto. Più di metà (56%) si è dichiarato d’accordo o molto d’accordo con l’affermazione secondo la quale i KPI del procurement sono in linea con quelli degli stakeholder dei reparti tecnici.
Quando si tratta tuttavia di persuadere gli stakeholder della necessità di un cambiamento, il quadro appare un po’ differente. Quasi due quinti (38%) hanno dichiarato che è stato abbastanza o molto difficile persuadere gli stakeholder della necessità di attuare cambiamenti.
“Quando si parla di acquisti indiretti, non è solo il team di procurement ad essere coinvolto,” dichiara Diego Comella, Managing Director, RS Italia. “Per realizzare una vera riduzione dei costi occorre avere un appoggio ad ampio raggio, dal top management in giù. Serve un approccio multi-stakeholder che deve includere, naturalmente, il Finance.”
È inoltre sorprendente che, in un settore in cui i processi di offerta con capitolati dettagliati sono la norma, il 10% delle organizzazioni non dispone di accordi con nessun fornitore in materia di prezzi o qualità. Solo il 17% ha dichiarato di avere stipulato accordi con la maggior parte dei fornitori.
“È importante essere chiari con i fornitori riguardo a ciò che ci si aspetta da loro,” dichiara Diego Comella, Managing Director, RS Italia. “Gli accordi ben definiti permettono a entrambe le parti di sapere con certezza ciò che sarà consegnato, ferme restando le possibilità di deroga in caso di mutamento delle circostanze.
“Ecco perché vale la pena di affidarsi a un fornitore come RS, che non solo dispone dei sistemi e della supply chain necessari per garantire la continuità del servizio, ma anche di una gamma di prodotti e di scorte sufficientemente ampie da poter gestire anche le richieste non pianificate."