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      • Pubblicato il 30 nov 2023
      • Ultima modifica 30 nov 2023
    • 4 min

    La manutenzione reattiva in un mondo in rapido cambiamento

    La manutenzione reattiva è o no un approccio ancora competitivo? Quando le parti di cui si ha bisogno non sono subito disponibili, un approccio di manutenzione pianificata diventa molto più interessante: è dunque forse giunto il momento di ripensare alle priorità che dovrebbero ispirare gli ingegneri di manutenzione?

    La manutenzione reattiva in un mondo in rapido cambiamento

    Nello scenario delle crisi di manutenzione, il bivio è sempre lo stesso: è più utile l’intervento di chi si precipita a risolvere il problema o della persona che invece preferisce stabilire un processo impedendo che si ripeta il guasto?

    La manutenzione reattiva è, per molte imprese, il modo con cui la manutenzione è sempre stata fatta: si può certamente seguire un calendario di sostituzione dei componenti strutturali secondo il programma di assistenza del produttore originale ma, a parte questo, la maggior parte di ciò che fa il team di manutenzione è rimediare ai guasti.

    Diciamo subito che non è un modo ottimale per fare le cose, considerato che si rischia sempre di rincorrere il problema. Tuttavia, purché le parti siano prontamente disponibili, con la manutenzione reattiva si può comunque intervenire efficacemente per riavviare i propri asset e farli funzionare di nuovo.

    Ma cosa succede nel contesto odierno, con le catene di approvvigionamento in difficoltà e i prezzi in aumento?

    Il report Il procurement dei materiali indiretti in Italia 2023 lascia ben poco spazio all’immaginazione: per il 22,3% del campione la sfida che si presenta al team di manutenzione e ingegneria aziendale è assicurare la disponibilità di parti di ricambi per gli asset aziendali, mentre - per la funzione acquisti - nel 28,2% dei casi è identificare le fonti di rischio nelle catene di fornitura, molto davanti a un 8,6% che sostiene invece che si tratta di affrontare eventuali nuove interruzioni di fornitura. Pressioni che, in buona sostanza, stanno spingendo la questione su quale sia il ruolo dei team di manutenzione e mettendo in evidenza i limiti dell'adozione di un approccio reattivo.

    La manutenzione reattiva in un mondo in rapido cambiamento

    Pianificare un modo migliore di operare

    In questo contesto sempre più critico, alle imprese non rimane altro da fare che aiutare i team che si occupano dell’ingegneria della manutenzione a smettere di essere solo reattivi.

    È evidente che questo cambiamento culturale richiederà del tempo e del denaro utile per consentire loro di mettere in pausa l’attuale approccio e pianificare un modo migliore di operare.

    Un gran numero di buone prassi di manutenzione richiedono infatti un investimento iniziale, anche se di piccola entità, necessario per liberare queste risorse limitate per lavorare su attività che aggiungono valore. Insomma, se si rimane sempre in modalità reattiva, si finisce con il replicare il vecchio problema di correre ai ripari su alcuni problemi fondamentali senza prendersi il tempo per renderli più efficienti a lungo termine.

    Naturalmente, i cambiamenti culturali sono sempre più facili a dirsi che a farsi. Tuttavia, questo non deve porre in secondo piano che passare a un approccio incentrato sulla affidabilità porterà benefici in termini di riduzione delle interruzioni e dei costi.

    Un approccio di manutenzione pianificata è qualcosa che gli esperti sostengono fortemente. D’altronde, basta osservare che cosa accade in caso di guasto imprevisto per rendersene conto.

    In un approccio reattivo gli ingegneri della manutenzione lavorano freneticamente per far ripartire i macchinari, ma alcune interruzioni importanti sono causate dalla mancanza di pezzi di ricambio, con la conseguenza che a volte bisogna aspettare ore o forse giorni prima di ricevere l'articolo. Insomma, a volte potrebbe essere necessaria una revisione della manutenzione preventiva, piuttosto che limitarsi ad un approccio reattivo.

    Utilizzare il monitoraggio delle condizioni per rilevare guasti prima che si sviluppino in un difetto grave eviterà inoltre del tutto il rischio di guasti improvvisi: la manutenzione predittiva eviterà i guasti e consentirà anche di programmare la manutenzione in momenti utili per evitare ogni interruzione.

    RS - Pianificare un modo migliore di operare

    Cambiamento culturale dall'alto verso il basso

    Tornando al cambiamento culturale, appare chiaro come una simile evoluzione richieda un cambio di atteggiamento da parte degli ingegneri di manutenzione. Si tratta infatti di un cambiamento comportamentale, in cui occorre dare valore alla risoluzione dei problemi e alla ricerca della causa radice del problema di ieri, perché ciò impedirà di doverlo combattere domani.

    Più nel dettaglio, se culturalmente l’impresa è basata al 100% sui turni e predisposta per reagire ai guasti, si avrà probabilmente una scarsa conformità al proprio piano di lavoro. Quindi, bisognerà differenziare l'esecuzione della manutenzione tra lavoro pianificato e lavoro reattivo, sottolineando l'importanza di porre in essere quel piano.

    Si tratta dunque di uscire da un ciclo reattivo: se c’è un guasto del componente, oltre a procedere alla sua riparazione è fondamentale comprendere perché si sia verificato quel problema. È perché è un componente difettoso o è un errore dell'operatore?

    La risposta potrebbe magari essere che quel componente è stato sovraccaricato e, in ogni caso, individuata la risposta bisognerà individuare l'azione da intraprendere per evitare che accada la prossima volta.

    Questo, però, non significa che un approccio reattivo non possa avere ancora un ruolo in determinate circostanze. Anche se spesso si pensa che la manutenzione reattiva non sia più appropriata, per gli elementi meno critici potrebbe comunque essere un'opzione.

    Premiare il corretto approccio alla manutenzione

    Traendo le conclusioni agli spunti sopra condivisi, emerge dunque come – sebbene chi interviene per riparare gli errori e i guasti è sempre fondamentale in un’organizzazione e nel facility management – coloro che riescono a dare un vero valore aggiunto ancora più considerevole sono, in realtà, le persone che abbracciano la manutenzione predittiva per impedire, in primo luogo, i guasti.

    Il cambiamento per passare dalla manutenzione reattiva a quella predittiva richiede tempo, ma l'approccio va modificato il prima possibile, partendo dai vertici dell'organizzazione.

    Per approfondire