In questo contesto sempre più critico, alle imprese non rimane altro da fare che aiutare i team che si occupano dell’ingegneria della manutenzione a smettere di essere solo reattivi.
È evidente che questo cambiamento culturale richiederà del tempo e del denaro utile per consentire loro di mettere in pausa l’attuale approccio e pianificare un modo migliore di operare.
Un gran numero di buone prassi di manutenzione richiedono infatti un investimento iniziale, anche se di piccola entità, necessario per liberare queste risorse limitate per lavorare su attività che aggiungono valore. Insomma, se si rimane sempre in modalità reattiva, si finisce con il replicare il vecchio problema di correre ai ripari su alcuni problemi fondamentali senza prendersi il tempo per renderli più efficienti a lungo termine.
Naturalmente, i cambiamenti culturali sono sempre più facili a dirsi che a farsi. Tuttavia, questo non deve porre in secondo piano che passare a un approccio incentrato sulla affidabilità porterà benefici in termini di riduzione delle interruzioni e dei costi.
Un approccio di manutenzione pianificata è qualcosa che gli esperti sostengono fortemente. D’altronde, basta osservare che cosa accade in caso di guasto imprevisto per rendersene conto.
In un approccio reattivo gli ingegneri della manutenzione lavorano freneticamente per far ripartire i macchinari, ma alcune interruzioni importanti sono causate dalla mancanza di pezzi di ricambio, con la conseguenza che a volte bisogna aspettare ore o forse giorni prima di ricevere l'articolo. Insomma, a volte potrebbe essere necessaria una revisione della manutenzione preventiva, piuttosto che limitarsi ad un approccio reattivo.
Utilizzare il monitoraggio delle condizioni per rilevare guasti prima che si sviluppino in un difetto grave eviterà inoltre del tutto il rischio di guasti improvvisi: la manutenzione predittiva eviterà i guasti e consentirà anche di programmare la manutenzione in momenti utili per evitare ogni interruzione.