Per chi sta affrontando per la prima volta questioni etiche nella supply chain, la vastità dei problemi da risolvere può risultare scoraggiante. Emma Scott ritiene che sia importante elaborare una strategia per assegnare un ordine di priorità ai problemi e inquadrarli in una prospettiva gestibile.
1. Esaminare le supply chain
Il primo passo verso la creazione di una strategia di approvvigionamento etico è quello di rivedere le proprie supply chain. Durante la fase di verifica, i fornitori dovrebbero essere esaminati in termini di rischio, indipendentemente dal fatto che siano diretti o indiretti. Problemi relativi ai diritti umani e all'occupazione possono verificarsi in ambiti come la pulizia, la sicurezza o anche riguardare gli hotel che le aziende usano per i dipendenti e gli eventi.
2. Identificare le aree problematiche
La fase successiva consiste nell'identificare le aree di rischio, come quelle associate a specifici Paesi, servizi o processi produttivi. Eseguendo questo tipo di valutazione, è possibile concentrare gli sforzi nelle aree di maggior rischio.
3. Consultare altri
Può essere opportuno consultare altri che acquistano nella stessa zona, al fine di condividere le informazioni. In questa fase può rivelarsi utile la consultazione con esperti locali e internazionali, così come con altre organizzazioni che hanno aiutato le aziende a implementare soluzioni.
4. Costruire una strategia
Una volta identificati i rischi principali, è possibile costruire la propria strategia di approvvigionamento etico stabilendo quali informazioni richiedere ai diversi fornitori, come esaminare le informazioni ricevute e quali sono le principali aree di rischio a cui dare priorità.