team responsabili degli acquisti MRO indiretti avevano di fronte un duplice problema: gestire l’invecchiamento degli asset (44%) e, allo stesso tempo, migliorare il più possibile le loro prestazioni e i tempi di operatività delle macchine (46%). Oltre un terzo (33%) ha dichiarato di avere aumentato la spesa indiretta per l’MRO. Si osserva un maggiore utilizzo delle tecnologie e, in particolare, degli strumenti di procurement digitali. Più di due quinti (43%) dei rispondenti hanno dichiarato di avere adottato strumenti di e-procurement per automatizzare le transazioni indirette di MRO.
Secondo McKinsey, le aziende più evolute hanno approfittato della pandemia per adottare tecnologie di procurement allo scopo di ridurre i costi e migliorare l’efficienza. McKinsey ritiene che il procurement sarà una delle attività determinanti per far uscire il settore manifatturiero dalla crisi del COVID-19.
Una delle ragioni a favore dell’automazione è la mancanza di trasparenza nella categoria, composta da una molteplicità di stakeholder che acquista presso siti differenti; il 42% degli intervistati ha dichiarato che la scarsa visibilità sulla spesa rappresenta un problema quotidiano.
Per affrontarlo, un terzo delle aziende ha dichiarato di avere introdotto sistemi di gestione della spesa. Quasi tre quarti (71%) utilizzano i dati di un sistema SAP/ERP per gestire la spesa MRO indiretta, mentre il 36% si affida alle rendicontazioni dei fornitori.
Non va dimenticato che, nel settore manifatturiero, la spesa indiretta per le attività di MRO può essere considerevole – il 10% delle aziende partecipanti al sondaggio spende 1-2 milioni di sterline l’anno in forniture indirette per l’MRO e un altro 10% spende più di 5 milioni di sterline. All'estremo opposto della scala, il 21% spende meno di 250.000 sterline, mentre il 20% spende tra 250.000 e 500.000 sterline.
Ma la creazione di un audit trail, per quanto importante, non è l’unico obiettivo. Gli strumenti digitali permettono al procurement di fissare limiti di spesa individuali, offrendo la possibilità di delegare le decisioni di spesa ai team operativi e di aumentare la responsabilizzazione e l’efficienza.
Usate in combinazione con soluzioni VMI (Vendor Managed Inventory - scorte gestite dal fornitore) come il bin stocking e il kanban – già in uso nel 51% delle aziende partecipanti al sondaggio – le tecnologie digitali permettono di ottimizzare i livelli delle scorte e di far sì che i beni e i materiali siano sempre disponibili nel momento in cui servono. Questo è un aspetto particolarmente importante in tempo di COVID-19. I distributori automatici industriali permettono di tenere le forniture essenziali – in particolare i DPI – il più vicino possibile al luogo di lavoro dei dipendenti, oltre supportare il distanziamento sociale eliminando la necessità di recarsi nei magazzini.
“Il COVID ha fatto scattare un forte campanello di allarme in molte aziende, comprese quelle con buone prestazioni,” dichiara Diego Comella. “Ha messo in luce la necessità di esaminare tutti gli aspetti del business per renderli più efficienti − e alcune imprese hanno dovuto attivarsi molto velocemente per introdurre migliorie e iniziare a ridurre i costi.”
Il messaggio sta arrivando forte e chiaro in molte imprese manifatturiere – il 43% sta già utilizzando sistemi di gestione del magazzino, il 34% ha attuato una strategia che prevede l’impiego di soluzioni VMI per le parti MRO di elevato consumo e basso valore, mentre il 13% ha già adottato i distributori automatici industriali.
Quasi tre quarti (71%) delle aziende dichiarano che le scorte gestite creano una maggiore visibilità sul magazzino e sulla spesa, il 53% ritiene che migliorino la produttività e il 44% che portino a procedure di lavoro più efficienti. Quasi due terzi (63%) concordano nel ritenere che il VMI riduca i tempi richiesti per i singoli ordini.
“Abbiamo visto una crescita esponenziale dell’interesse verso le soluzioni digitali, anche in termini di utilizzo normale del nostro sito web,” commenta Diego Comella. “Alcuni clienti che erano del tutto irremovibili sul divieto di acquistare online hanno finito per accettare questa prassi.”