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    Quali DPI per l'industria chimica e farmaceutica?
     
      • Pubblicato il 29 gen 2024
      • Ultima modifica 29 gen 2024
    • 10 min

    Quali DPI per l'industria chimica e farmaceutica?

    L'esposizione continuativa ai prodotti chimici ha effetti negativi verificabili sulla salute. Occorre tutelare la sicurezza e la salute dei lavoratori esposti ai prodotti chimici, anche quando l'esposizione è occasionale.

    Quali DPI per l'industria chimica e farmaceutica?

    Le aziende sono tenute ad adottare misure di prevenzione collettiva e a fornire ai dipendenti dispositivi di protezione individuale adatti. Come sceglierli? Quali sono le norme da rispettare e gli obblighi dei datori di lavoro? Quali sono i pericoli maggiori? Quali soluzioni consentono di ridurre i rischi? Scopri tutto quello che occorre sapere.

    I rischi sul lavoro nel settore chimico

    I rischi sul lavoro nel settore chimico possono essere diversi. Vediamo nel dettaglio quali sono.

    Rischi chimici - RS

    Rischi chimici

    Prodotti chimici, solventi, eccipienti e sostanze biologiche... le minacce per la salute dei lavoratori sono numerose. Una protezione inadeguata o un'esposizione eccessivamente prolungata sono causa di condizioni patologiche più o meno gravi, come irritazioni cutanee, intossicazione, problemi respiratori e asfissia.

    In caso di contatti ripetuti e prolungati, gli effetti sull'organismo sono assai più insidiosi e possono manifestarsi anche a distanza di anni sotto forma di problemi renali, epatiti, tumori, disturbi cardiaci, alterazioni del sistema endocrino, infertilità…

    Sono pertanto state definite delle soglie di esposizione e di tossicità allo scopo di evitare l'insorgenza di patologie correlate. Tuttavia, per numerose malattie, come i tumori professionali, la durata di esposizione limite è ancora relativamente sconosciuta.

    Errori umani

    In questo settore industriale molte operazioni sono interamente manuali, ma anche quando sono automatizzate possono richiedere l’intervento umano.

    Ad esempio, durante il travaso di certe sostanze e il loro confezionamento per lo stoccaggio o la produzione, possono verificarsi degli schizzi che possono causare gravi ustioni. Oppure, quando si utilizzano macchine che funzionano a temperature molto elevate o con utensili taglienti, in particolare con il materiale di laboratorio, il più piccolo errore è causa di incidenti.

    Rischi legati alle condizioni di lavoro

    Il lavoro notturno e il lavoro su turni a squadre è spesso una necessità imposta dalle esigenze di produzione e dai vincoli operativi, come, ad esempio, la limitazione nel numero di lavoratori presenti sul posto di lavoro oppure la limitazione nella durata dell'esposizione ad ambienti tossici. Tale ritmo di lavoro è però spesso all'origine di patologie psicosociali o somatiche che si manifestano, tra gli altri, sotto forma di problemi di insonnia, depressione, problemi digestivi.

    Infine, non bisogna trascurare la natura delle attività, che può avere un reale impatto negativo sulla salute. I lavoratori che compiono operazioni ripetitive e adottano posture scorrette sono maggiormente a rischio di sviluppare disturbi muscolo-scheletrici e dorsalgie.

    Rischio di incendio o esplosioni

    Si tratta del rischio principale in un'area ATEX (area con atmosfera esplosiva). A contatto con l'aria, infatti, una reazione chimica può innescare un'esplosione dalle conseguenze molto gravi.

    Valutazione dei rischi

    Per tutelare la sicurezza e la salute dei lavoratori, le imprese chimiche e farmaceutiche devono fare un elenco di tutti i potenziali rischi, cui possono essere esposti i lavoratori così da poter adottare protocolli e misure atti a garantire la sicurezza del personale.

    Lo scopo è individuare i rischi legati alle sostanze utilizzate. Ogni sostanza è catalogata attraverso una scheda di dati di sicurezza (SDS). Questo documento permette di elaborare, in cooperazione con la medicina del lavoro, dei protocolli di prevenzione da adottare e delle soglie di esposizione media.

    Valutazione dei rischi - RS

    Misure di protezione collettiva

    Si distinguono due piani di azione:

    • Il piano tecnico - Per ridurre i rischi di inquinamento chimico, il lavoro è compartimentato in spazi totalmente confinati oppure, in modo più parziale, tramite cappottatura. La qualità dell'aria viene costantemente sorvegliata tramite l'installazione di sensori, di un apparato di ventilazione e di un sistema di purificazione. Infine, per limitare il problema dell'errore umano, la soluzione migliore è l’automazione dei processi.
    • Organizzazione del lavoro - I limiti del tempo di esposizione agli agenti chimici non sono chiaramente definiti come misura di prevenzione di determinate malattie professionali, come i tumori. Il miglior modo per proteggere i lavoratori consiste dunque nel ridurre il tempo di utilizzo.

    Oltre a questa modifica nella gestione del tempo di lavoro, nei siti di produzione si applicano rigidi protocolli: miglioramento dello stoccaggio, gestione delle quantità, ecc.

    Cosa stabilisce la normativa in materia di prevenzione del rischio chimico?

    Cosa stabilisce la normativa in materia di prevenzione del rischio chimico?

    Occorre sapere che queste sostanze sono classificate nel rispetto di norme europee che ne definiscono il grado di pericolosità e le proprietà cancerogene, mutagene o tossiche.

    Le aziende nei settori farmaceutico e chimico sono pertanto tenute a rispettare delle misure di prevenzione rigorose:

    1. Valutazione dei rischi per tutte le attività - Questa fase permette di definire le misure d'igiene, le soglie di esposizione, i prodotti pericolosi da sostituire o eliminare e così via.
    2. Miglioramento delle condizioni di lavoro e allestimento degli ambienti - Sono tanti i vincoli da rispettare: locali specifici per determinate operazioni dotati di sistemi di ventilazione o decontaminazione, stoccaggio regolamentato e segnalazione obbligatoria delle sostanze chimiche; l'azienda è in particolare tenuta ad apporre etichette su tutti i prodotti immagazzinati o manipolati.
    3. Tutte le postazioni di lavoro pericolose devono essere dotate di sistemi di emergenza in caso di incidente, di allarme e di un dispositivo di sicurezza sulle macchine. È obbligatoria la manutenzione periodica di tutti i dispositivi.
    4. Prevenzione obbligatoria per tutti i dipendenti - L’azienda è tenuta a comunicare in modo trasparente la natura dei rischi. A tal fine è necessario creare delle schede di prevenzione facilmente accessibili. Vengono istituiti percorsi di formazione del personale. Lo scopo è sensibilizzare i lavoratori ai rischi a cui sono esposti per indurli a proteggersi e a rispettare i protocolli di sicurezza, come, ad esempio, l'uso dei DPI.
    5. Nelle aziende chimiche e farmaceutiche i lavoratori sono tenuti a sottoporsi a visite mediche periodiche per garantire il controllo della salute dei lavoratori da parte delle autorità sanitarie.

    Soluzioni individuali

    In qualunque ambiente, il ruolo dei dispositivi di protezione individuale è quello di proteggere i lavoratori e ridurre il pericolo di incidenti. A seconda delle necessità, i DPI devono soddisfare delle norme di conformità. È importante ricordare che tale materiale deve recare il marchio CE.

    Nel settore delle industrie chimiche e farmaceutiche, la scelta dei materiali dipende dalla natura degli agenti chimici utilizzati e dalle attività svolte sul posto di lavoro.

    La composizione dei DPI deve essere valutata in funzione della resistenza alla corrosione, alla permeazione, alle alte temperature e ad altri fattori.

    Per garantire la perfetta impermeabilità contro gli schizzi di liquidi chimici, le emanazioni di gas o di vapori tossici, tessuti e indumenti con cuciture devono essere scartati. Il più delle volte, i dispositivi sono in lattice, nitrile, neoprene, polivinilcloruro (PVC) o alcol polivinilico (PVA), ma non manca anche l'uso di alcune resine in polietilene ad alta densità.

    La nota informativa del produttore riporta le regole tecniche di manutenzione e cura, come istruzioni per lo stoccaggio e la pulizia, data di scadenza e così via. I DPI danneggiati devono essere immediatamente sostituiti.

    DPI adatti all'ambiente e agli agenti chimici utilizzati

    La sicurezza sul lavoro è di primaria importanza e la scelta dei Dispositivi di Protezione Individuale gioca un ruolo cruciale nel tutelare i lavoratori dai pericoli dovuti agli agenti chimici utilizzati. Vediamo quali sono le diverse tipologie di DPI indispensabili per garantire la massima sicurezza in questi ambienti di lavoro.

    DPI adatti all'ambiente e agli agenti chimici utilizzati

    Indumenti di protezione

    Nel settore chimico e farmaceutico, una tenuta da lavoro è obbligatoria. Anche se i rischi possono variare, almeno braccia e corpo devono essere protetti. Può trattarsi di un semplice camice, mentre negli ambienti più critici servirà una tuta completa.

    Se la natura dei prodotti impiegati e il loro livello di pericolosità è il primo criterio da prendere in considerazione, la scelta della composizione degli indumenti di protezione tiene conto di molteplici fattori:

    • Le mansioni lavorative e la durata dell'esposizione.
    • L'ambiente: spazio ristretto, temperatura, pressione, ecc.
    • I pericoli termici ed elettrici sul posto di lavoro. In tal caso, gli indumenti devono rispettare norme specifiche aggiuntive.
    • Gli specifici vincoli cui ogni lavoratore è soggetto, per personalizzare i DPI e garantire un comfort ottimale.

    Esistono 6 diverse classi di protezione dai pericoli chimici.

    • Classi 1 e 2: norme NF EN 943-1 e 2, riguardanti le tute impermeabili al gas.
    • Classe 3: norma NF EN 14605, utilizzata per la manipolazione di sostanze liquide.
    • Classe 4: norma NF EN 1460, consigliata in caso di operazioni di spruzzatura.
    • Classe 5: norma NF EN ISO 13982-1, per le polveri o le particelle solide di agenti chimici che possono essere trasportate dall'aria.
    • Classe 6: NF EN 13034. Si tratta di una protezione più limitata.

    Guanti

    Sono tra le protezioni più importanti. Se a volte può essere indicato l'uso di guanti sottili monouso, i guanti riutilizzabili, conformi alla norma NF EN 420, rimangono i più consigliati. La loro composizione dipende evidentemente dalla natura dei prodotti chimici utilizzati o manipolati.

    Anche lo spessore dei guanti deve essere adatto alla mansione da svolgere; in caso di manipolazioni di precisione, i gesti dell'operatore non devono essere intralciati.

    Ma in certi ambienti possono sussistere dei pericoli aggiuntivi. Ad esempio, in un laboratorio, per la manipolazione della vetreria, i guanti devono essere perfettamente antiscivolo, per evitare che gli strumenti possano cadere. L'uso di oggetti taglienti richiede in più che i guanti resistano ai tagli.

    Così come per i vestiti, è opportuno prendere in considerazione i pericoli termici, elettrici ed elettrostatici, in particolar modo quando sostanze chimiche infiammabili sono utilizzate in una zona ATEX.

    Calzature antinfortunistiche

    Per tutelare la sicurezza dei lavoratori, la norma EN 345 S2 impone l'uso di calzature alte e chiuse.

    Numerose norme rispondono a specifiche esigenze. Per non correre il rischio di scivolare e cadere, le suole antiscivolo conformi alle norme NF EN ISO da 20344 a 20347 sono l'ideale.

    Le norme da NF EN 13832-1 a NF EN 13832-3 sono più specifiche per i pericoli chimici e la resistenza alla corrosione.

    Protezioni respiratorie

    Nei settori chimico e farmaceutico, in certi ambienti di lavoro l’atmosfera può essere nociva o tossica. Chiunque sia esposto ad aerosol, gas o emanazioni provenienti da liquidi chimici deve tassativamente portare una maschera di protezione.

    Ne esistono diversi modelli:

    • Filtri antipolvere e maschere a cartuccia, che devono essere conformi alle norme NF EN da 132 a 149.
    • Gli apparecchi respiratori sono da preferire quando la concentrazione di sostanze inquinanti è particolarmente elevata, così da fornire all'operatore aria non contaminata.

    Accessori di protezione supplementari

    A seconda della natura delle attività svolte, potrebbero essere consigliabili protezioni aggiuntive.

    Per proteggere gli occhi: occhiali o maschera con visiera in policarbonato (NF EN 166). Ricordiamo che è altamente sconsigliato indossare lenti a contatto come mezzo di protezione dal rischio di schizzi e spruzzi.

    Quando il livello di rumore è particolarmente elevato, per la presenza di particolari macchine o attrezzature, il personale deve poter disporre di protezioni acustiche come i tappi per le orecchie.

    Accessori di protezione supplementari

    Normative applicabili all'industria chimica e farmaceutica

    La scelta e la manutenzione dei Dispositivi di Protezione Individuale sono a totale carico del datore di lavoro, che per legge deve assicurarne il funzionamento, il controllo e il rispetto delle condizioni igieniche, la manutenzione e la riparazione, come stabilito dagli artt. 74 e successivi del Decreto Legislativo n. 81 del 2008.

    I DPI devono essere forniti gratuitamente dall'azienda, a cui spetta l'obbligo di assicurarne la regolare manutenzione.

    Prima di scegliere i DPI, si consiglia di provare diversi modelli per verificarne la comodità ed eventualmente le qualità estetiche. Questo perché, a volte, se l'estetica non è soddisfacente, gli utenti potrebbero rifiutare di utilizzarli. È importante che i DPI siano personalizzati, così da tenere conto della corporatura degli utenti e di loro eventuali problemi allergici.

    Nelle aziende chimiche e farmaceutiche, i dispositivi di protezione individuale sono obbligatori. Per applicare best practice, il datore di lavoro è tenuto a sensibilizzare i dipendenti sui rischi e a formarli a usare e indossare correttamente i DPI.

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