Se però si ha ancora qualche perplessità o non si vogliono dirottare in questo ambito investimenti eccessivamente significativi e non pianificati, si può adottare un approccio graduale: affrontare troppe cose e troppo in fretta potrebbe infatti produrre risultati indesiderati e rendere più difficile l'implementazione.
Una raccomandazione utile in tal senso è quella di iniziare con un caso d'uso specifico, rimanere focalizzati su di esso e continuare poi ad applicare altrove le lezioni apprese. È un punto di partenza fondamentale per giustificare l'investimento, in modo da non trovarsi ingessati per molto tempo.
È anche importante capire che in questo percorso non si è certo soli. Se la propria azienda non ha ancora iniziato uno sviluppo delle tecnologie digitali, è infatti in nutrita compagnia: un'indagine globale condotta da PwC alla fine dello scorso anno rilevava infatti come due terzi dei produttori fossero ancora all'inizio del loro percorso digitale e come solo il 3% delle aziende intervistate avesse una fabbrica completamente digitale.
Insomma, molte aziende – soprattutto di piccole dimensioni - faticano a creare una strategia consapevole e sostenibile sull’adozione delle tecnologie digitali. Nelle grandi aziende le cose sono un po' più ottimistiche, ma si tratta comunque di un impatto marginale su un tessuto produttivo – quello italiano – che è largamente rappresentato da piccole e medie imprese.
L'indagine di PwC riconosce inoltre che il passaggio al digitale è una sfida importante per le aziende di tutte le dimensioni, poiché richiederà una revisione dell'organizzazione, dalle competenze delle persone agli investimenti necessari per il progetto. La rivoluzione dovrà però riguardare soprattutto le piccole e medie imprese, che oggi faticano a passare al digitale ma che, evidentemente, sono anche quelle che potrebbero godere dei migliori benefici di questo switch.