La logistica sostenibile è un approccio globale. Da un lato richiede la piena ottimizzazione delle prestazioni economiche, ambientali e sociali dell'organizzazione logistica di un'azienda. Dall’altro, si tratta di trovare un terreno comune tra i diversi stakeholder (partner, fornitori, clienti, ecc.), armonizzando così i processi e allineandoli ai valori comuni.
In quest'ottica, la logistica sostenibile ruota attorno a 3 assi principali:
- Attività logistiche a basso impatto ecologico: con l’implementazione di soluzioni a basse emissioni di carbonio e riduzione dei consumi energetici e di materie prime. Le possibilità sono diverse: ecodesign, riduzione degli imballaggi, ottimizzazione dei viaggi e dei trasporti, riciclaggio dei prodotti a fine vita, e così via;
- Riduzione dei costi logistici: stabilendo un'efficace strategia di gestione dell'inventario (metodo "Just-in-time", ABC, ecc.) e digitalizzando e automatizzando il magazzino (software ERP e WMS, soluzioni di inventario, cobot, robot, ecc. );
- Miglioramento dell'immagine del marchio per fidelizzare il cliente: Per raggiungere questo obiettivo, è importante consegnare gli ordini in linea con la domanda e le aspettative (senza difetti o ritardi di consegna), personalizzando la propria offerta e migliorando la qualità dei servizi (consegna entro 24 ore, tracciabilità in tempo reale, strategia omnicanale, ecc.).
Audit Energetico: chi è tenuto a farlo e perché è importante?
Le aziende con più di 250 dipendenti, o il cui fatturato è superiore a 50 milioni di euro, sono tenute a effettuare un audit energetico. Quelle con più di 500 dipendenti devono, inoltre, effettuare una valutazione delle proprie emissioni di gas serra. Oltre all’aspetto normativo, questi studi risultano molto utili per valutare i punti di forza e di debolezza della propria catena di fornitura, stabilire un piano d’azione prioritario e ridurre i costi di gestione delle scorte.
Principi di sostenibilità, secondo il patto delle Nazioni Unite
Dal 2010 il Global Compact delle Nazioni Unite riunisce aziende di tutto il mondo sui temi dell’ecologia, dei diritti umani e del lavoro, e della lotta alla corruzione. Propone un quadro di impegno universale e volontario composto da 10 principi fondamentali, di cui 3 per la categoria ambiente:
- Applicare l’approccio precauzionale alle questioni ambientali (introdotto dal principio 15 della Dichiarazione di Rio del 1992). Il principio di precauzione è una misura preventiva che impone alle aziende una maggiore trasparenza, con l’obbligo di comunicare ai consumatori tutti i rischi legati all'acquisto o all'utilizzo di un prodotto;
- Prendere iniziative per promuovere una maggiore responsabilità ambientale. Le aziende devono quindi garantire che le loro attività non producano un impatto dannoso sull’ambiente;
- Promuovere lo sviluppo e la diffusione di tecnologie rispettose dell’ambiente. Si tratta di migliorare il processo produttivo nel suo complesso (ecodesign, gestione delle materie prime e dei rifiuti, riduzione delle emissioni inquinanti, ecc.) attraverso l'utilizzo di tecnologie ecologicamente virtuose.