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      • Pubblicato il 14 nov 2022
      • Ultima modifica 15 feb 2024
    • 6 min

    Arretrato critico, come riconoscerlo

    RS spiega come identificare un arretrato critico e sviluppare una strategia di ripristino manutenzione

    Arretrato critico, come riconoscerlo

    Come riconoscere l’arretrato critico

    Richard Jeffers, Director for Industrial Solutions di RS, spiega come identificare un arretrato critico e predisporre una strategia di ripristino che supporti le attività di manutenzione, riparazione e operazioni (MRO)

    Per il buon funzionamento della manutenzione di qualsiasi organizzazione, è essenziale non solo conoscere con precisione l’arretrato, ma anche saperne quantificare l’impatto sulla capacità di offrire al proprietario dell’asset la possibilità di sfruttarne pienamente il potenziale.

    Conoscendo i costi e i rischi in gioco, sarà possibile portare argomentazioni fondate nelle discussioni sui budget da destinare al ripristino o alla sostituzione degli asset deteriorati.

    Cosa si intende per arretrato di manutenzione critico?

    Lo scopo della manutenzione è garantire che le immobilizzazioni forniscano la capacità funzionale richiesta dal loro proprietario, preferibilmente allo stesso livello esistente al momento dell’installazione o dell’acquisto.

    Se la capacità funzionale è scesa al di sotto di quel livello, si è in presenza di un arretrato di manutenzione. Questo concetto può essere chiarito con un semplice esempio: se si è acquistata una pompa per erogare una portata di 10 m3 l’ora a 5 bar, ma ora la pompa può raggiungere una portata di appena 8 m3 l’ora a 4 bar, si è in presenza di un arretrato di manutenzione.

    Questo arretrato diventa critico quando ha un impatto sulla produttività complessiva dell’impianto. Se la pompa dell’esempio alimenta un vaso di espansione che, a sua volta, alimenta un processo che richiede una portata di 7 m3/ora, l’arretrato non è critico.

    Se invece alimenta un sistema antincendio con una portata nominale di 9,5 m3/ora a una pressione di 4,5 bar, allora l’arretrato è critico.

    Per affrontare l’arretrato di manutenzione occorre riportare l’asset alla sua condizione di base. Senza questa operazione di ripristino, l’applicazione di strumenti di miglioramento continuo (CI) risulterà inutile, perché è prima necessaria una correzione tecnica.

    Come identificare l’arretrato critico

    L’entità dell’arretrato di manutenzione può apparire spaventosa a un responsabile tecnico che debba gestire un sito di vecchia costruzione.

    Può anche essere difficile identificare con precisione gli elementi di degrado che sono di importanza critica e non svolgono semplicemente funzioni accessorie. In queste situazioni è indispensabile avere linee guida ben definite, così come un processo gestibile con cui affrontare tutti i passaggi necessari uno alla volta.

    • Formare un team che si occupi di analizzare gli asset.

      Più teste sono meglio di una per questa forma di analisi complessa. Cercare di istituire un team multidisciplinare, che oltre ai dati di manutenzione consideri anche le informazioni operative, i criteri di qualità e le implicazioni finanziarie. Questo consentirà di migliorare il processo di analisi e di ottenere una maggiore partecipazione degli stakeholder quando si inizierà a richiedere i finanziamenti.

    • Creare un unico registro degli asset di qualità ‘accettabile’. 

      In molti siti relativamente vecchi questi registri sono spesso incompleti. Un registro degli asset di qualità ragionevole, anche se non perfetta, è necessario per comprendere l’entità del problema. Per l’intero corso del processo, l’obiettivo dovrebbe essere un risultato ‘accettabile’; in fondo, siamo tecnici di manutenzione che lavorano in un mondo imperfetto. Le informazioni dovranno essere aggregate al livello degli asset principali: si potrà poi scendere al livello dei gruppi e dei sottogruppi in una fase successiva dell’analisi.

    • Condurre un’analisi critica degli asset di base 

      – su Internet si possono trovare molti strumenti e flowchart utili a questo scopo. L’idea è quella di istituire un processo semplice che permetta, applicando il proprio giudizio professionale, di elaborare una valutazione quantitativa della criticità degli asset con l’uso di criteri concordati. In una tipica analisi delle criticità, gli asset saranno classificati secondo criteri di sicurezza, impatto ambientale, qualità, tempo di lavoro, frequenza dei guasti e conseguenze dei guasti per formulare un punteggio di alta, media e bassa criticità. Da lì in poi ci si concentrerà esclusivamente sugli asset ad alta criticità.

    • Condurre un’analisi dettagliata degli asset critici. A questo punto, si può iniziare ad analizzare tutti i dati disponibili sugli asset per capire che cosa dovrebbero fare e cosa possono effettivamente fare. Il team dovrà considerare:

      • Contesto operativo – qual è lo scopo dell’asset per il suo proprietario?
      • Indagini dell’OEM
      • Record dei guasti
      • Analisi delle cause dei guasti correlati all’asset
      • Piani di miglioramento noti
      • Conoscenze dell’operatore e del manutentore
      • Qualsiasi altro dato pertinente
    • Esaminare le informazioni acquisite e generare un profilo di rischio.

      Dopo avere definito il contesto originale e l’attuale contesto operativo, sarà possibile quantificare il divario esistente. Il risultato non sarà mai quello di una scienza esatta, ma è possibile iniziare ad assegnare all’asset un profilo di rischio indicativo in termini di impatto del deterioramento. Quanto più si riuscirà a tradurre queste valutazioni in termini di business (impatto su profitti e perdite), tanto più facili diventeranno le successive richieste di finanziamenti.

    • Elaborare una strategia di ripristino.

      A questo riguardo è disponibile una serie di opzioni, che vanno dalla sostituzione o dal ripristino completo alla rigenerazione parziale o all'accettazione della capacità deteriorata. Qualunque sia la soluzione consigliata, è importante che sia correlata al profilo di rischio sopra identificato.

    • Attivare ed eseguire la strategia di ripristino. 

      Per prima cosa, affrontare l’operazione di ripristino critica con il budget di manutenzione già esistente. Non aspettare di avere tutti i dati disponibili. Se si riesce a presentare un risultato di valore agli stakeholder con il budget esistente, diventerà molto più semplice ottenere fondi aggiuntivi.

    Creare i presupposti per ulteriori investimenti

    Molto spesso, gli ingegneri avanzano le richieste di ulteriori finanziamenti per le operazioni di ripristino in termini molto netti: “Servono altri fondi per la manutenzione, altrimenti gli asset si guasteranno.”La realtà è che solo pochi asset arrivano a un cedimento irreversibile: nella maggior parte dei casi subiscono un semplice deterioramento.E poichè l’impatto del deterioramento non viene compreso o comunicato, la richiesta di finanziamenti aggiuntivi viene spesso rifiutata.A questo punto, se l’asset non si guasta, si rafforza l’idea che il team di manutenzione chieda più fondi senza motivi giustificati, creando nell'azienda la convinzione che la manutenzione possa tranquillamente essere rinviata o ignorata.Se il tema del ripristino viene posto con argomentazioni basate sul rischio, è molto più probabile che si riesca ad ottenere finanziamenti per le operazioni di sostituzione o rigenerazione. RS dispone di esperti in grado di comprendere le vostre sfide e di fornirvi soluzioni per migliorare la gestione aziendale dell’MRO.

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