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      • Pubblicato il 27 ott 2022
      • Ultima modifica 30 nov 2023
    • 12 min

    Impatto per gli acquisti MRO: energia e utility

    Come il COVID-19 ha generato una crisi nei settori dell’energia e delle utility.

    Impatto per gli acquisti MRO: energia e utility

    A differenza di alcuni settori che nei periodi di lockdown hanno semplicemente sospeso le attività, i comparti dell’energia, del petrolio, del gas e delle utility hanno dovuto restare operativi. In tutto il mondo vi sono infatti miliardi di persone che dipendono da questi servizi; allo stesso tempo, il passaggio di milioni di persone al lavoro da casa ha fatto aumentare la domanda di energia.

    Il nostro quarto sondaggio annuale sullo stato del procurement nelle attività di MRO (Maintenance, Repair and Operations), condotto in collaborazione con il Chartered Institute of Procurement & Supply (CIPS), ha messo in luce il profondo impatto della crisi generata dal COVID-19 su questo settore. Dal nostro ultimo sondaggio del 2019, nel mondo del procurement sono cambiate molte cose.

    L’interruzione delle supply chain, la continua necessità di ridurre i costi in risposta all’impatto economico della pandemia e il problema dell’uscita dal mercato di diversi fornitori hanno generato notevoli difficoltà.

    Al contempo, tuttavia, la crisi ha aumentato l’importanza, ce pertanto la statura professionale, degli esperti di procurement in molte organizzazioni. Ha offerto loro l’occasione di dimostrare ciò che il procurement può fare di fronte a un’emergenza globale.

    La pandemia ha inoltre accelerato la diffusione delle soluzioni di procurement digitale. Ma i cambiamenti non riguardano soltanto le tecnologie – anche la domanda di competenze "soft" è arrivata a livelli senza precedenti. Il COVID-19 ha messo in luce l’importanza dei professionisti del procurement che interagiscono (spesso virtualmente) con i diversi stakeholder all’interno dell’azienda.

    RS lavora a stretto contatto con il settore industriale da oltre 80 anni. In questo arco di tempo abbiamo assistito all’impatto di conflitti armati e crisi globali, ma nessuno di questi eventi ha cambiato il modo di operare delle aziende quanto questa pandemia.

    Nel corso della crisi siamo stati a fianco dei nostri clienti e abbiamo potuto constatare direttamente la pressione a cui sono stati sottoposti. Questa profonda conoscenza del modo di pensare e di sentire del settore è ciò che guida la nostra innovazione.

    Che si tratti di soddisfare esigenze perenni come quelle di abbassare i costi, ridurre i tempi di fermo e gestire l’invecchiamento degli asset, o di affrontare problematiche nuove determinate dal COVID-19, siamo orgogliosi di essere a fianco dei professionisti del procurement in questi tempi tutt’altro che normali.

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    La diminuzione dei consumi delle fabbriche ha naturalmente penalizzato il settore dell’energia, ma il lavoro a distanza ha fatto aumentare la domanda di elettricità.

    Diego Comella, Managing Director, RS Italia

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    L’impatto del COVID-19

    A causa dell’estensione globale delle supply chain e dell’estrema diversità delle SKU (Stock Keeping Unit - articoli gestiti a magazzino), le aziende operanti nei settori dell’energia, del petrolio, del gas e delle utility si sono trovate particolarmente esposte durante la pandemia di COVID-19.

    Gli effetti sono stati pesanti e si sono manifestati in diverse modalità a tutti i livelli del settore. I fornitori di energia hanno visto crollare la domanda industriale in seguito alla chiusura delle fabbriche, mentre l’adozione del lavoro a distanza ha determinato un incremento della domanda residenziale.

    La domanda di petrolio ha subito una forte flessione a livello mondiale a causa del blocco dei trasporti e della chiusura degli stabilimenti. Ma la domanda di gas, nonostante il calo nel comparto aziendale, ha riportato una crescita tra gli utenti residenziali. La domanda di utility ha seguito un andamento analogo.

    In un sondaggio condotto su 1.001 professionisti del procurement e delle supply chain per il nostro report 2020 sugli acquisti indiretti4, oltre metà dei rispondenti dei settori di energia, petrolio, gas e utility (58%) ha dichiarato di avere subito interruzioni della supply chain per effetto della pandemia.

    Due quinti (40%) hanno riferito che alcuni dei loro fornitori hanno cessato l’attività, mentre più di un quarto (26%) delle aziende ha segnalato una riduzione permanente del personale nei team di procurement. Un altro quinto (19%) ha adottato forme di sostegno all’occupazione per una parte dei dipendenti.

    Ma nonostante queste difficoltà, gli impianti e i macchinari sono stati tenuti in funzione per garantire la fornitura dei prodotti ai clienti. Non è sorprendente, perciò, che due quinti (40%) abbiano dichiarato di avere intensificato la collaborazione con i fornitori, sebbene un quarto (25%) abbia riferito di avere accelerato la razionalizzazione dei fornitori.

    A livello mondiale, quasi due quinti (38%) dei professionisti del procurement di questi settori hanno dichiarato che la pandemia e il suo impatto finanziario hanno determinato una riduzione nella loro spesa indiretta di MRO.

    Nel comparto idrico, un sondaggio condotto sui membri dell’associazione di categoria British Water ha rivelato che quasi un quarto aveva subito interruzioni della supply chain e poco meno del 9% aveva bloccato gli ordini dei fornitori a causa di problemi di cashflow.

    Diversi analisti segnalano che la riduzione della domanda dovuta alla pandemia sta creando pressioni sui margini delle raffinerie in tutto il mondo, portandole a rinviare alcune attività di manutenzione con un conseguente rischio di aumento dei fermi impianto.

    Diego Comella, Managing Director di RS Italia, ha dichiarato: “La diminuzione dei consumi delle fabbriche ha naturalmente penalizzato il settore dell’energia, ma il lavoro a distanza ha fatto aumentare la domanda di elettricità. Nel complesso, le utility hanno retto bene alla pandemia.

    “La crisi ha colpito tutti i settori ad eccezione delle utility, che non hanno subito il calo drastico osservato in altre attività perché il lavoro da casa ha trainato la domanda e generato un aumento dei consumi su questo fronte. Il calo del consumo industriale, d’altra parte, ha avuto riflessi negativi anche sulla domanda di energia.“

    Gestione della categoria

    Le oscillazioni della domanda hanno creato pressioni sui margini del settore e questo ha esacerbato alcuni problemi sottostanti che i professionisti del procurement si trovavano ad affrontare anche prima della pandemia.

    Quasi due terzi (60%) dei rispondenti del settore hanno dichiarato di subire pressioni per ridurre i costi di magazzino, mentre a più della metà (54%) è stato chiesto di ottimizzare le prestazioni degli asset migliorando i tempi di operatività di impianti e macchinari.

    Tuttavia, considerando che quasi due terzi (58%) hanno riferito una riduzione del budget operativo, risulta difficile mantenere le attrezzature in condizioni ottimali. Sei su dieci (60%) hanno indicato la gestione dell’invecchiamento degli asset tra le difficoltà quotidiane.

    Non ovunque, ad ogni modo, si registra una contrazione della spesa. Un terzo (33%) dei professionisti del procurement di questo settore ha dichiarato che la propria spesa MRO indiretta è in aumento, mentre quasi metà (48%) sta cercando di migliorare l’efficienza identificando servizi a valore aggiunto a integrazione di prodotti e materiali.

    Un altro 38% sta attuando una razionalizzazione dei fornitori, un’impresa tutt’altro che semplice considerando il loro numero elevato in questo settore – quasi un terzo (30%) utilizza più di 250 fornitori indiretti e diretti di MRO e il 21% ne impiega più di 150.

    Una misura indicativa della portata e della complessità delle operazioni in questo settore è data dal fatto che quasi un quarto delle aziende partecipanti al sondaggio a livello mondiale spende più di 5 milioni di sterline in forniture indirette. Meno di un quinto (18%) spende meno di £250.000 l'anno in questa categoria.

    Per quanto riguarda la gestione dei fornitori, il 46% dichiara che il rispetto dei contratti con i fornitori preferenziali rappresenta una problematica costante. Meno di un quinto (18%) ha sottoscritto accordi sui prezzi con tutti i fornitori, mentre un terzo (32%) dichiara di averne stipulati solo con alcuni.

    Per quanto concerne il monitoraggio delle prestazioni dei fornitori, gli indicatori chiave di prestazione (KPI) più importanti in questo settore sono la puntualità delle consegne (86%), la qualità (84%), la reattività (67%), la disponibilità (65%) e la generazione di risparmi (64%).

    David Loseby, Group Chief Procurement Officer del produttore globale di motori aeronautici Rolls-Royce, sostiene che sia essenziale selezionare i KPI corretti per il proprio settore e la propria azienda. “Occorre stabilire a che cosa servono i KPI,” afferma. “Occorre capire quali sono i parametri significativi per il proprio tipo di attività. Ad esempio, non ha senso mantenere costantemente un livello di scorte del 95% se la cosa davvero importante, in realtà, è la capacità di reperire un qualsiasi componente in tempi molto ristretti. L’uso di metriche standard rappresenta un approccio poco intelligente e può perfino rivelarsi svantaggioso.”

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    La pandemia ha accelerato l'adozione di soluzioni tecnologiche per il processo di Purchase-to-Pay ed è probabile che il ricorso all’e-procurement mostri un ulteriore incremento in futuro.

    Diego Comella, Managing Director, RS Italia

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    Tecnologia

    In un’ottica che vede le metriche come elemento centrale della tecnologia, la pandemia ha portato a un maggiore interesse verso l’uso di strumenti di procurement digitali nei settori dell’energia, del petrolio, del gas e delle utility.

    Quasi metà (47%) dei professionisti del procurement in questo settore ritiene che la pandemia abbia portato a un maggiore impiego degli strumenti digitali a supporto dei processi di Purchase-to-Pay. In più di metà delle aziende (52%), gli utenti finali sono già autorizzati a ordinare direttamente dai fornitori con l’uso di sistemi di e-procurement.

    In un recente report di McKinsey7 si sostiene che l’outsourcing delle attività tecniche nel settore Oil & Gas possa generare risparmi dal 30% al 50%, mentre il 41% dei partecipanti al sondaggio 2020 operanti in quest’area dichiara che molti committenti chiedono agli appaltatori di procurarsi direttamente i materiali.

    Il lato negativo di questo approccio è che, a meno che gli appaltatori non siano integrati nel sistema di e-procurement, si perde visibilità sulla spesa MRO indiretta. E in un contesto di pressione sui costi, non ci si può permettere di rimanere all’oscuro riguardo a chi sta acquistando che cosa e quando.

    È rassicurante, in questo senso, che più di metà (52%) dei responsabili del procurement partecipanti al sondaggio utilizzi soluzioni di e-procurement per acquistare forniture indirette per l’MRO e che quasi tre quarti (73%) dei rispondenti dichiarino di usare il sistema di pianificazione delle risorse aziendali (ERP) per monitorare la spesa indiretta.

    Le tecnologie digitali possono assumere molte forme, dalle soluzioni VMI (Vendor Managed Inventory - scorte gestite dal fornitore) – usate da più di due quinti (43%) delle aziende di questo settore per mantenere le risorse a livelli ottimali – al bin stocking, usato nel 35% delle imprese di questo settore.

    Meno di un’azienda su dieci (9%) utilizza distributori automatici industriali per la fornitura diretta di articoli critici – soprattutto DPI (dispositivi di protezione individuale) per il COVID-19 – ai dipendenti nei luoghi di lavoro, ma quasi due quinti (39%) citano la facile reperibilità dei DPI tra i vantaggi dei servizi di gestione delle scorte.

    Nel nostro sondaggio, il 76% si è dichiarato d’accordo sul fatto che le soluzioni di gestione delle scorte offrano una maggiore visibilità sul magazzino e sulla spesa, il 43% ha dichiarato che contribuiscono a migliorare le procedure di lavoro e oltre un terzo (36%) ritiene che il VMI abbia portato in generale a una maggiore sicurezza per i colleghi in loco, riducendo la necessità di spostamenti per il reperimento degli articoli richiesti.

    “Abbiamo visto una marcata crescita dell’interesse verso le soluzioni digitali, anche da parte di clienti che in passato erano riluttanti ad adottarle,” dichiara Diego Comella, Managing Director di RS Italia. “La pandemia ha indubbiamente generato un grande interesse per l’efficienza che gli strumenti digitali possono assicurare.”

    In Europa e in Medio Oriente si osserva la medesima tendenza, dichiara Diego Comella. “La pandemia ha accelerato l'adozione di soluzioni tecnologiche per il processo di Purchase-to-Pay ed è probabile che il ricorso all’e-procurement cresca ulteriormente in futuro,” aggiunge.

    In un recente report di PwC sul settore dell’energia si raccomanda l’impiego di tecniche di e-procurement più sofisticate per l’MRO (maintenance, repair and operations) allo scopo di ridurre i costi di magazzino e il rischio di fermi impianto. Diego Comella ritiene che il Condition Monitoring possa svolgere un ruolo essenziale a questo riguardo.

    “Il vantaggio principale di un servizio di assistenza in loco è la capacità di prevedere i malfunzionamenti. Possiamo far visita attivamente a un cliente e spiegargli che, ad esempio, abbiamo osservato una caduta di pressione in un tubo idraulico che segnala una perdita in qualche punto – e questo rappresenta un’enorme opportunità.

    “Nelle miniere australiane si utilizzano escavatori sotterranei. Non si inviano i tecnici di manutenzione a effettuare sopralluoghi per controllare le attrezzature. Si utilizza il Condition Monitoring con nodi di sensori di ogni tipo. La manutenzione predittiva e l’assistenza proattiva sono fattori cruciali.”

    Il nostro sondaggio indica che oltre un terzo delle aziende in questo settore ha già adottato una strategia per il Condition Monitoring, nel 43% dei casi per scopi di calibrazione e nel 57% dei casi per garantire la continuità operativa delle parti critiche.

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    I responsabili del procurement chiedono a tutti i fornitori di dimostrare l’adozione di processi sostenibili.

    Diego Comella, Managing Director, RS Italia

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    Sostenibilità

    Oltre a contribuire alla prevenzione dei guasti, le tecnologie rivestono un ruolo cruciale nel rendere le aziende più sostenibili. A livello mondiale, più di due terzi (68%) delle aziende del settore utilizzano sistemi di gestione dell’energia per ridurre il proprio impatto sull’ambiente e un terzo (32%) ha avviato una strategia di riduzione delle emissioni di anidride carbonica.

    Più di metà (59%) utilizza energie rinnovabili e il 68% ha ridotto il proprio consumo energetico. Per quanto riguarda la sostenibilità del procurement, la maggior parte delle aziende mantiene le proprie promesse acquistando materiali prodotti secondo standard di approvvigionamento etico e rispettosi dell’ambiente.

    Più di metà (51%) adotta una strategia per attuare un procurement etico e sostenibile, mentre oltre un terzo (35%) ha dichiarato di avere subito pressioni per garantire criteri di sostenibilità ed etica negli acquisti indiretti.

    Due quinti (40%) delle aziende di questo settore hanno dichiarato di avere sottoposto tutti i fornitori a un processo di approvazione interno prima di accettarli formalmente, mentre il 46% ha dichiarato di occuparsi quotidianamente del rispetto dei contratti da parte dei fornitori.

    Nelle zone in cui l’impatto del COVID-19 è stato più profondo, tuttavia, alcune aziende hanno accantonato i piani di sostenibilità, spiega Diego Comella. Nel nostro sondaggio, il 7% delle aziende ha dichiarato di avere sospeso la strategia ambientale a causa della pandemia.

    “Per le aziende che faticano a restare sul mercato può essere difficile,” commenta Comella. “Ma questo tipo di esigenza non scomparirà: è un impegno che gli stakeholder pretendono – e credo che anche le aziende che hanno temporaneamente sospeso le iniziative in quest'area torneranno ad attivarle non appena la situazione migliorerà.”

    Conclusioni

    Nel corso di questa pandemia, le aziende operanti nei settori dell’energia, del petrolio, del gas e delle utility sono rimaste pienamente operative per dare continuità ai servizi essenziali. A differenza di altri settori che hanno chiuso gli stabilimenti, hanno dovuto proseguire con le attività essenziali di MRO cercando di gestire l’oscillazione della domanda.

    Di fronte alle interruzioni delle supply chain globali, i professionisti del procurement di questi settori si sono trovati ad affrontare le stesse problematiche in tutto il mondo. Tuttavia, come osserva Diego Comella, sono stati all’altezza della sfida, mantenendo in funzione gli impianti e i collegamenti nei trasporti.

    Una delle lezioni chiave di questo periodo difficile è averci insegnato quanto sia importante selezionare fornitori dotati di supply chain robuste e di scorte sufficientemente ampie da coprire l’intera gamma delle esigenze di MRO.

    Considerando l’incertezza dei tempi che ci aspettano, questi fattori saranno più importanti che mai.

    RS può contare su esperti in grado di fornire indicazioni utili su queste e altre problematiche, anche sulla scorta delle esperienze già acquisite presso aziende come la vostra.